Dietro lo schermo: oggi, mentre portavo avanti e indietro l’ennesimo filmato, mi sono trovato a riflettere su quanto sia affascinante il modo in cui la nostra mente reagisce alle immagini in movimento.
Vi siete mai chiesti cosa succede nel nostro cervello quando guardiamo un video? È un processo quasi magico. I nostri neuroni specchio si attivano, permettendoci di “vivere” ciò che vediamo sullo schermo. È come se una parte di noi fosse lì, nella scena, a provare le stesse emozioni dei protagonisti.
Questo fenomeno mi ricorda quanto sia cruciale il nostro ruolo. Non stiamo solo creando contenuti; stiamo plasmando esperienze che si imprimono nella mente del nostro pubblico.
Gli studi sul cervello umano hanno rivelato due vie maestre per l’apprendimento: la ripetizione e l’emozione. Tra le due, l’emozione si distingue per la sua capacità di far radicare rapidamente i concetti a un livello più profondo. Riflettiamo un attimo su questo: l’emozione gioca un ruolo fondamentale nel modo in cui apprendiamo e ricordiamo. Pensate a come questo influenza il nostro rapporto con i contenuti audiovisivi. Affascinante, vero?
Non si tratta quindi solo di catturare l’attenzione, ma di lasciare un’impronta duratura.
L’emozione, però, è la sfida più grande. È l’elemento più difficile da definire e da maneggiare nella narrazione visiva. È sfuggente, personale, potente. Alla fine di ogni visione, c’è sempre una domanda inconscia che risuona nella mente dello spettatore: “Cosa ho provato?”
Come disse il leggendario montatore Walter Murch: “L’emozione, per me, è la cosa essenziale da considerare nel montaggio. Puoi creare la più bella e tecnicamente perfetta sequenza del mondo, ma se non colpisce emotivamente, non ha alcun valore.”
Quando ci rivediamo in una storia o in un personaggio, è come se qualcuno ci avesse letto nel pensiero. E sapete cosa? È lì che il messaggio fa centro, proprio nel cuore. Si crea una connessione profonda. È come piantare un seme in un terreno super fertile – cresce e mette radici in un attimo.
Tutto questo mi fa tenere sempre in mente l’impegno che abbiamo come creatori di contenuti. Che si tratti di uno spot pubblicitario, di un commercial o di un documentario, il principio rimane invariato. Non stiamo solo intrattenendo; stiamo influenzando menti, suscitando emozioni, plasmando percezioni.
E voi, vi siete mai sorpresi a sentirvi parte di una storia che stavate solo osservando? Avete mai riflettuto su cosa provate dopo aver visto un video particolarmente coinvolgente?
Forse, la prossima volta che vi emozionerà un video, saprete che non è solo questione di buona regia o di una storia coinvolgente. È la magia del vostro cervello che sta lavorando dietro le quinte, trasformando immagini in emozioni, e lasciandovi con quella domanda cruciale: “Cosa ho provato?”
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